Il petrolio ha sfiorato la possibilità di concludere il mese di aprile in qualità di miglior mese da sette anni a questa parte. In realtà, tale possibilità non si è realizzata. Tuttavia, il petrolio può ben gioire di aver concluso il mese di aprile con la prestazione più robusta da un anno a questa parte: il rialzo mensile è stato in fatti superiore al 20%, dimostrando dunque una performance davvero eccezionale, che incoraggia gli analisti a pensare che il peggio sia passato per il greggio.
A proposito di ottime prestazioni, le stesse diventano – appunto – straordinarie se si confrontano le quotazioni attuali con quelle di gennaio: il Brent è ormai risalito di quasi l’80% rispetto ai minimi pluriennali di circa tra mesi fa e qualche giorno fa si è spinto fino a un picco di 48,50 dollari al barile. Anche il Wti ha seguito un andamento simile, arrivando fino a 46,78 dollari.
Per entrambi i benchmark, indicatori di riferimento per il petrolio americano ed europeo si tratta di livelli di prezzo che non si vedevano da quasi sei mesi. Il poderoso recupero messo a segno dal greggio ha dato una mano anche ai bilanci delle compagnie petrolifere: in termini assoluti i risultati non si possono certo definire brillanti, ma per quasi tutte le Major – grazie anche a un brutale taglio dei costi – sono andati meglio di quanto gli analisti temessero.
Difficile dire comunque se sui mercati sia passata la tempesta, anche se sono in molti a volerci credere, a cominciare dagli hedge funds, che non hanno mai avuto posizioni tanto rialziste.
Occorrerà ora monitorare nei prossimi giorni l’evoluzione delle quotazioni. Anche se, a ben vedere, il superamento della soglia dei 50 dollari sembra essere sempre più alla portata…