Negli Stati Uniti gli occupati non agricoli aumentano di 160 mila (contro attese intorno a 200 mila), e i dati dei due mesi precedenti sono rivisti complessivamente verso il basso di -19 mila. Per quanto concerne le valutazioni dei mercati, è emerso che un aumento di 160 mila posti di lavoro, per un’espansione che è al suo sesto anno di vita con una crescita del PIL intorno al 2%, sia tutt’altro che negativo. Nonostante le prime impressioni di delusione, infatti, il mercato ha dimostrato di ragionare meglio “a freddo”, premiando – anche se lievemente – l’employment report.
Più nel dettaglio, il report afferma che gli occupati crescono di 1,9% a/a, circa il doppio rispetto alla forza lavoro. Inoltre, disaggregando i dati per settore, si osserva un aumento di 170 mila occupati privati, di cui 174 mila nei servizi, 4 mila nel manifatturiero (nonostante il consueto calo nell’estrattivo) e mille nelle costruzioni. La relativa debolezza della crescita degli occupati nelle costruzioni è mitigata dal rialzo delle ore lavorate nel settore. Nei servizi, invece, ISP sottolinea che la delusione è nel commercio al dettaglio che riduce i posti di -3 mila (potenzialmente influenzati dalla destagionalizzazione per Pasqua); sono però decisamente solidi i dati dei servizi alle imprese e di quelli nella sanità e nei servizi per il tempo libero.
Per quanto concerne il trend del settore pubblico, il calo di -11 mila occupati segue un incremento sopra la media di marzo (+24 mila) e non indica inversione di rotta per il medio termine.
Infine, nell’indagine presso le famiglie, tipicamente molto volatile, si registra una correzione di -316 mila occupati: la media a 3 mesi rimane più che soddisfacente (a 153 mila), poco sotto la media a 3 mesi dell’indagine presso le imprese (193 mila).