I mercati continuano a vivere una condizione di evidente debolezza, domandando – più o meno esplicitamente – alle Banche centrali di poter mettere in atto delle misure di stimolo che possano rafforzare la crescita economica e contrastare la volatilità in atto da diverso tempo, accentuata in seguito alla Brexit e alla situazione della Turchia.
Secondo quanto afferma la Commissione Europea, di fatti, la crescita del Pil nei 27 Stati membri dell’UE (cioè, l’UE a 28 meno il Regno Unito) dovrebbe rallentare dall’1,9 per cento all’1,7 – 1,8 per cento nel 2016, e dall’1,8 per cento all’1,4 – 1,7 per cento nel corso del prossimo anno. Contemporaneamente il Fmi ha anche aggiornato al ribasso le proprie previsioni, scontando proprio l’effetto della Brexit.
Nonostante ciò, dopo l’iniziale shock che i mercati hanno vissuto nell’immediato referendum dello scorso 23 giugno, i listini hanno potuto recuperare, complessivamente, i livelli che erano stati abbandonati nei giorni prima della consultazione popolare. Insomma, difficile è decifrare l’attuale status dei mercati, al di là dell’evidenza che nei prossimi mesi nuove ondate di incertezza si abbatteranno sui listini.
Tornando ad oggi, il FTSE MIB di Milano ha chiuso in calo dello 0,53 per cento, con FCA in condizioni di debolezza dopo la pubblicazione di notizie su una possibile indagine statunitense sui dati delle immatricolazioni. Male anche Mps, particolarmente colpita dalle vendite, mentre la corte europea ha confermato la validità del bail in, pur applicato agli istituti sloveni. Infine, viene confermata la multa da 3 miliardi di euro al cartello dei camion da parte dell’Unione Europea, con coinvolgimento per quasi mezzo miliardo di euro della Iveco, del gruppo Cnh.