Il settore delle telecomunicazioni ha chiuso il 2015 contraddistinguendo la propria performance con una contrazione dei ricavi dell’1,5 per cento rispetto a quanto maturato nel corso dell’esercizio precedente, per un valore assoluto di poco meno di 32 miliardi di euro. Il trend è sembrato penalizzare più la rete mobile, con un -2,5 per cento su base annua, a 16 miliardi di euro, piuttosto che la rete mobile, in calo più contenuto dello 0,5 per cento su base annua, a 15,7 miliardi di euro, in cui i prezzi per la prima volta dal 2011 sono tornati a salire.
Il comparto mostra comunque qualche segno di interessante dinamismo. Si tenga conto, per esempio, della presenza di nuovi operatori nel fisso (come Enel Open Fiber) e nel mobile (come la Iliad di Xavier Niel se dovesse andare in porto la fusione fra Wind e 3 Italia), ed è evidentemente alla continua ricerca di nuovi equilibri e in grande trasformazione.
A proposito del nuovo ingresso nel fisso, il ruolo di Enel Open Fiber non sarà certamente trascurabile in un contesto di mercato in cui il soggetto attuatore delle politiche di miglioramento infrastrutturale nelle telecomunicazioni è sempre stato Telecom Italia, tanto che la stessa Agcom, nella sua relazione annuale, ha precisato che ci saranno verifiche da parte dell’autorità per possibili effetti concorrenziali nel caso di investimenti diretti dei nuovi soggetti nel settore telecom.
Insomma, le novità strutturali per il settore potrebbero non mancare, così come la possibilità che si aprano delle inattese opportunità di investimento per coloro i quali desiderano diversificare al meglio il proprio portafoglio di titoli…