Ford, noto gruppo automobilistico statunitense, ha annunciato di aver rivisto al ribasso le proprie stime relative all’utile per azione per quanto attiene il primo trimestre, come conseguenza di una riscontrata debolezza delle vendite, dell’aumento dei costi operativi e del rafforzamento del dollaro, che evidentemente non ha giocato un impatto favorevole per la contabilizzazione dei risultati societari. In questo modo, annuncia ancora Ford, è possibile che l’EPS (utile per azione) possa attestarsi tra 0,3 e 0,35 dollari per azione, al di sotto di 0,47 dollari per azione che erano stati invece stimati dal consenso e in calo rispetto a 0,68 dollari per azione dello stesso periodo del precedente esercizio.
Se Ford non sorride, lo stesso non fa certamente BMW, fresca di pubblicazione di ottimi risultati societari. Il gruppo tedesco annuncia infatti di aver mandato in archivio il 2016 con un fatturato a 94,16 miliardi di euro, in aumento su base annua del 2,2 per cento, grazie soprattutto all’aumento del 5,3 per cento nelle vendite di vetture a livello mondiale (in totale, sono state vendute 2,25 milioni di unità). Scendendo lungo il conto economico riclassificato troviamo inoltre un livello di utile operativo (EBIT) che è in flessione del 2,2 per cento a 9,38 miliardi di euro, con incidenza sul fatturato (EBIT margin) al 10,3 per cento, contro il 10 per cento del 2015.
Buone notizie anche per quanto concerne la parte finale del conto economico riclassificato: qui infatti è possibile rilevare come vi sia stato un aumento da parte dell’utile netto, che ora si è potuto attestare a quota 6,91 miliardi di euro, in aumento dell’8 per cento rispetto a quanto il gruppo automobilistico tedesco era riuscito a portare a casa nel corso del 2015.