I titoli ABS (Asset-Backed Security) sono dei titoli che contengono la promessa di pagamento del capitale e degli interessi garantiti o garantiti da flussi di cassa originati da un portafoglio di attività che generano i flussi di cassa.
Molti operatori hanno iniziato a seguire il percorso intrapreso dagli istituti di credito ipotecari, utilizzando la cartolarizzazione delle attività come mezzo per la raccolta di fondi.
In generale, i titoli ABS sono emessi tramite certificati emessi da un trust concedente, e sono venduti agli investitori tramite offerte pubbliche sottoscritte o collocamenti privati. Ogni certificato rappresenta un interesse frazionato in uno o più pool di attività. L’impresa venditrice trasferisce i valori patrimoniali, con o senza ricorso, al fondo fiduciario del concedente, che è costituito e di proprietà degli investitori, in cambio del ricavato dei certificati.
Il fiduciario riceve i flussi di cassa operativi dalle attività e paga gli interessi programmati e i pagamenti di capitale agli investitori, le spese di assistenza all’impresa venditrice e le altre spese del trust. Da un punto di vista legale, il trust è proprietario dei beni che sono alla base di tali titoli.
Ad oggi, la maggior parte delle emissioni di ABS ha cartolarizzato i crediti immobiliari e le carte di credito.
Si tratta di un tema sempre particolarmente delicato agli occhi dei più critici. Non dimentichiamo infatti come i titoli ABS siano stati tra i responsabili della crisi del credito rilevata nel corso della seconda parte dello scorso decennio, che ha poi dato il via a una lunghissima recessione, i cui segnali perdurano tutt’ora.
Per le banche e per altri operatori, comunque, questa attività è sempre più d’uso, e i benefici relativi alla gestione del proprio patrimonio e delle proprie masse sono talmente evidenti che difficilmente si potrà cercare di arrivare a un contenimento di questa tendenza.