L’inizio dell’anno non ha offerto molti spunti agli analisti e ai trader. Nella zona euro il focus è stato incentrato principalmente sui dati di inflazione, attesa in aumento a dicembre a 0,8 punti percentuali nella media area euro, di sei decimi a1,1 punto percentuale in Germania di tre decimi in Francia a 0,8 per cento da 0,5 per cento e di due decimi a 0,3 per cento in Italia. L’indice di fiducia economica della Commissione UE era atteso invece migliorare ancora a dicembre a 106,5 punti da 106,3 punti, coerente con una crescita del PIL area euro di 0,4 per cento trimestrale a ridosso del nuovo anno.
Contrariamente all’eurozona, la settimana ha invece offerto più dati negli Stati Uniti. I principali dati di dicembre sono stati attesi in linea con il quadro positivo recente. In particolare, il report sull’occupazione era visto registrare un altro aumento solido di occupati, un marginale rialzo del tasso di disoccupazione a 4,7 per cento, dopo la correzione di 3 decimi di novembre, e un’accelerazione dei salari a +0,3 per cento su base mensile.
Gli indici ISM di dicembre sono ancora una volta stati stimati in territorio ampiamente espansivo e dare supporto alla previsione di espansione moderata dell’attività economica anche all’inizio del 2017. Le vendite di autoveicoli a dicembre hanno avuto modo di stabilizzarsi su livelli elevati. La spesa in costruzioni di novembre è vista stata in aumento solido come a ottobre. Infine, i verbali della riunione del FOMC di dicembre mostrano un generalizzato ottimismo sull’espansione e uno spostamento della valutazione dei rischi verso l’alto. La discussione sul sentiero dei tassi dovrebbe riconoscere l’ampio grado di incertezza collegato alle misure di politica fiscale.