La settimana si apre con un marginale recupero del dollaro nei confronti delle principali valute controparte, e con il cambio del dollaro contro lo yen che risale dai minimi degli ultimi quattro mesi registrati a 108,74 nel corso della seduta di venerdì. In attesa delle minute della Federal Reserve, che sono in programma di uscita per mercoledì, il biglietto verde beneficia di un contesto di minore avversione al rischio sui mercati che frena la forza delle valute rifugio come lo yen. Merito, in tal senso, di una graduale distensione dei rapporti tra Usa e Corea del Nord, che rimangono pur sempre molto tesi, ma probabilmente un pò meno rispetto a quanto non fosse la scorsa settimana.
Moderato è il rafforzamento anche nei confronti dell’euro, con il cambio EUR/USD che si attesta poco sopra il livello di 1,18.
Passando al settore delle materie prime, qui si conferma anche in avvio di settimana una debolezza di fondo per le quotazioni petrolifere, che risultano frenate da un rallentamento dell’attività delle raffinerie in Cina, alimentando qualche timore relativo alla domanda di greggio da parte del Paese asiatico.
A pesare sulle contrattazioni sono inoltre anche i nuovi dati relativi alle trivelle attive negli Stati Uniti, con le statistiche rilasciate da Baker Hughes che hanno evidenziato un aumento di tre unità nel corso della scorsa settimana. In tal modo, a metà mattinata il contratto WTI scambia in area 48,6 dollari al barile mentre il Brent a 51,8 dollari al barile.