Secondo quanto afferma l’Inps nel suo osservatorio periodico sul monitoraggio dei flussi di pensionamento, nel corso del 2016 le nuove pensioni sarebbero diminuite di oltre il 22 per cento rispetto all’anno precedente: un decremento che l’istituto previdenziale riconduce all’innalzamento di quattro mesi dell’aspettativa di vita generale e dell’età pensionabile delle donne, che è passata a 65,7 anni, producendo una liquidazione delle pensioni a 443.477 unità nel 2016, contro le 570.002 unità del 2016. Sono calati in particolare i c.d. “trattamenti di anzianità”, passati da 157.522 unità a 112.529 unità.
Per quanto concerne gli altri dati emersi dall’osservatorio, spicca il fatto che il 44 per cento è destinato ai trattamenti per i superstiti, il 30 per cento a quelli anticipati o di anzianità, il 14 per cento a quelli di vecchiaia, il 12 per cento a quelli di invalidità. Per i lavoratori dipendenti si nota un evidente decremento, con passaggio da 319.077 unità nel 2015 a 252.121 unità ne l2016, con una forte flessione per quelli di vecchiaia, nel terzo e del quarto trimestre, proprio in virtù del già ricordato innalzamento di 4 mesi delle aspettative di vita.
Si noti infine come la tendenza al calo stia riguardando anche gli importi delle pensioni. Nel 2015 sono infatti stati liquidati 51.217 trattamenti fino a 500 euro ciascuno, per un che cala a 38.892 unità nel 2016; le pensioni fino a 1.000 euro erano invece 125.303 unità nel 2015 per poi passare a 101.397 unità nel 2016. Sono in calo anche le pensioni più pregiate, con importi oltre i 3.000 euro e più, che erano 19.034 unità nel 2015, e sono invece 15.166 unità nel 2016. Rimane infine stabile l’importo medio dell’assegno, pari a 987 euro.