Nelle ultime settimane una parte (chissà quanto rilevante) del deludente andamento degli investimenti nelle azioni bancarie è stato imputato all’approdo della nuova disciplina del bail-in, una procedura che ha contribuito a gettare nuove spie di allerta potenziale nel settore bancario, e che ha suscitato tanta confusione in risparmiatori & co. Ma cosa è il bail-in? E quali sono i suoi pro e i suoi contro?
Partiamo con ordine, ricordando che il bail-in è uno strumento di risanamento interno delle crisi bancarie, che consente di svalutare e convertire azioni e crediti per assorbire le perdite bancarie e ricapitalizzare l’istituto in difficoltà. Si tratta pertanto di un tentativo di risoluzione delle crisi bancarie alternativo a quanto abbiamo avuto modo di sperimentare e toccare con mano anche nel recente passato.
Il suo funzionamento è “relativamente” semplice: il bail-in fornisce alle autorità di risoluzione gli strumenti necessari per un intervento precoce e diretto, riducendo l’impatto del dissesto sull’economia e sul sistema finanziario generale. L’obiettivo è chiaramente quello di evitare liquidazioni disordinate che possono amplificare effetti e costi della crisi bancaria, cercando di anticipare i meccanismi risolutivi, e quelli che possono attenuare il deterioramento degli asset.
Di qui, il vantaggio principale: il bail-in agisce tempestivamente e blocca qualsiasi possibilità di utilizzare fondi pubblici dei contribuenti per risanare il dissesto di un ente privato. Di contro, è pur vero che questa modalità di risoluzione pesa su coloro che danno fiducia alla banca (azionisti, obbligazionisti e correntisti, con diversi livelli di coinvolgimento) e che stringono con questa rapporti di fiducia.
Ad ogni modo, un grande vantaggio potrebbe esserci in termini di chiarezza e di trasparenza. Considerando che perfino il correntista (pur solo come “ultimo chiamato in causa”, e solo per i rapporti oltre i 100 mila euro) può concorrere con i suoi fondi alla risoluzione della crisi, è probabile che possano sorgere nuovi vincoli di maggiore informativa verso quest’ultimo, prima della sottoscrizione di prodotti finanziari o qualsiasi altro contratto.